Quello che non capisco, e che mi affascina in questo Dettaglio, è come si possa essere formato questo effetto a partire dalla calce del muro.
È come un qualcosa di biologico, una specie di carne sezionata, che in realtà è muro.
Inquietante.
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Questo Dettaglio vi deve piacere per forza. È un angolo di bagno che gioca a fare Mondrian. Non può fare a meno di metterci qualche diagonale, però le linee ortogonali proseguono comunque nel riflesso, per cui lui può sperare che l’intromissione non sia davvero così grave. C’è anche un pochino (poco poco) di sporcizia. Ma insomma, è un bagno! Non si può chiedergli proprio tutto (e persino nei dipinti di Mondrian, a guardare bene bene bene qualche volta qualche minima sporcizia si trova). Il protagonista narrativo di questa immagine è quello che non si vede, ma se ne deduce la presenza attraverso le ombre che attraversano il campo. Ombre orizzontali su filari verticali: e questo incrocio è a sua volta il protagonista visivo di questa foto altrimenti vuota, fatta sostanzialmente di assenze. Ora provate a guardarla così: su tre lati il campo visivo è incorniciato dal verde; dal quarto lato irrompe l’ombra. Il campo al centro è un campo di battaglia: ombre scure orizzontali contro filari luminosi verticali… Ma è solo una parodia di battaglia, che non riesce scalfire il dominante senso di pace. Nell’insieme, è solo un Dettaglio di mondo, senza un soggetto specifico focalizzato; in modo che emerga la composizione, l’effetto di insieme. (Ma le storie stanno sempre in agguato) Intitolare questo Dettaglio “Rose al tramonto” sarebbe troppo facile e troppo d’effetto. La rosa è un fiore per la nostra cultura troppo carico di senso simbolico, per poter sfuggire al fascino di questa piccola catastrofe da giardino. Ma anche il contrasto tra il bianco soffice e luminoso dei petali e il bruno rugoso della terra sobillava l’esteta che si nasconde in me. Persino la luce aveva un che di apocalittico. Insomma, banalità su banalità. Nel complesso, struggente.
Tutte queste linee parallele, verticali ma non esattamente! Verso il basso a destra prevalgono invece altre linee, meno diritte, più brevi e intrecciate. Verso l’alto a sinistra (principalmente, ma non solo lì) ci sono le forme sfrangiate delle foglie. Qua e là, su questo sfondo, si impongono le singolarità spiraliformi dei germogli, unici dettagli un po’ meno verdi di tutto l’insieme.
Se io non sapessi già che quella sopra è acqua, e quella sotto è sasso/roccia, come farei a capire che quella sopra è una mobile onda, e quella sotto no? Se uno già non lo sa, la sabbia in primo piano è increspata più o meno quanto il mare sul fondo, e i sassetti in secondo piano stanno scivolando, a destra ma soprattutto a sinistra, attorno all’onda di pietra. D’altra parte, dietro, se uno già non lo sa, potrebbe essere tutto fatto di una gelatina morbida ma solida, blu e bianca. Se conoscete un alieno che non sia mai stato sulla Terra, potete provare a sottoporgli la foto, e a domandarglielo. Questo Dettaglio mi piace perché c’è l’opera razionalizzatrice dell’uomo, che gli dà la struttura, e poi l’azione della natura (del caso) che gliela incrina. Su un macromondo progettato per uno scopo umano si innesta un micromondo senza progetto: muschi, muffe, piccole piante, sassolini trasportati dal vento o dall’acqua. Non potremmo vivere né senza il progetto razionale umano, né senza la resistenza infinita che gli contrappone la natura. Probabilmente è per questo che faccio foto così. E poi c’è l’ombra: un’altra struttura geometrica, ma non umana. Che complica tutto…
Questo Dettaglio mi piace perché sembra un disegno, perché è quasi un’immagine in negativo (col cielo nero e l’albero più chiaro) e perché i rami sono come serpenti impazziti che danzano, dritti come i cobra degli incantatori. Viene voglia di girarla a testa in giù, questa foto, perché questo potrebbe sembrar ridarle stabilità. Temo che sia un’illusione, però. Direi che in questa foto si possono riconoscere almeno sette livelli sovrapposti. A partire dal fondo: 1. uno sfondo non chiaramente definibile, forse con un accenno di panorama (se non è un riflesso sul vetro, il che aggiungerebbe un ulteriore, ottavo, livello); La foto mi piace anche, indubbiamente, per questa complessità. Però anche soltanto l’intrico di diverse diagonali e verticali, con questi colori appannati, potrebbe essere motivo di apprezzamento, almeno per me. Questo Dettaglio è parente del Dettaglio 16, si capisce subito. Insomma, è sempre il “tè greco”. Forse sono addirittura le stesse piante di quello. Ma il punto di vista è differente, più basso e ravvicinato. Ci si vuole stare dentro, insomma. E il blu appena accennato del mare dietro serve per dare più spessore a questo rosa pastello e a tutte le sue sfumature. È solo una boa, niente di più. E la sua unica funzione in questa immagine è quella di attirare l’attenzione su di lei, in modo che l’organizzazione per bande orizzontali del mare arrivi all’attenzione soltanto dopo, quando in qualche modo è comunque già stata percepita. Insomma, poiché la boa chiede di essere osservata per prima, ci si trova con lo sguardo in mezzo al mare prima di potersene accorgere. O almeno questa sarebbe l’intenzione del fotografo, comunque affascinato dalla sequenza di bande azzurre. Sono i ciottoli di uno stradello bianco. Ma li vedete anche voi, i cerchi? Mi si formano e disfano sotto gli occhi. Ne vedo quattro, cinque, sei, sette, otto, forse ancora altri. Tengono in costante movimento questa immagine. Credevo che la foto mi piacesse per la luce in basso a destra. Ma ora quasi non la vedo più, cioè non la guardo più. È il resto, che è tutto una girandola… (se non li vedete, concentrate l’attenzione su un punto qualsiasi, e poi percepite attorno; e poi un altro, e un altro ancora. Ingrandire l’immagine aiuta) In questo Dettaglio il gioco che mi piace è quello dei diversi ritmi dei diversi tipi di macchie: macchie di foglie secche, un po’ dappertutto, macchie di rametti, soprattutto verso i bordi dell’immagine, macchie di spighe marron, sparse, macchie squillanti di verde, qua e là, macchie di luce (una grande al centro, e varie oscillazioni minori). Ogni ritmo è autonomo, ma l’effetto è d’insieme. E poi, sarà l’azione combinata del sole e delle foglie, ma al centro, appena in basso, c’è un oggetto diverso da tutti gli altri, appena percepibile: una foglia molto sbrindellata violetta. Il colore che mancava. Questo Dettaglio è il pendant di quello della scorsa settimana. La struttura a stella è la stessa, anche se è diverso il modo di aprirsi e, evidentemente, i colori. Facciamo finta che siano decorazioni natalizie, va! |
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