Il diario si fa rado. Lo spirito pigro della vacanza si impone ogni giorno di più. Ora sono sulla spiaggia già in ombra, mentre il sole tramonta dietro la montagna alle mie spalle, e il mare davanti è liscio ma appena appena mosso, e il suo colore-base azzurro è macchiato dal rosa delle montagne di fronte, ancora colpite dal sole.
Ieri sera a quest’ora eravamo sulla strada, facendo autostop (avevamo riportato il motorino la mattina, passato la giornata sull’isolotto di Telendos, e bisognava rientrare). Prima che ci prendessero su camminavamo proprio sotto una parete dove c’erano grandi caverne piene di stalattiti, arrossate drammaticamente dal sole basso. Uno spettacolo.
Sulla macchina (greca) che ci ha raccolto ascoltavano un cd di musica che ho riconosciuto come cretese; abbiamo chiesto chi fosse il musicista, e ce ne hanno scritto il nome, Michalis Tzouganakis, aggiungendo che il 9 agosto suona proprio qui, a Kalymnos, poco lontano da casa nostra, a Kastelli. Ci andremo, ma dovremo riprendere il motorino, perché la notte a Emborios non viene nessuno, e dieci km a piedi a mezzanotte non sono il massimo…
Oggi non sono nemmeno sceso in spiaggia (a parte ora). Ho poltrito leggendo sulle poltrone del giardino dell’Eden, ovvero di Harry’s Paradise, il nostro padrone di casa. Se venite da queste parti dovete provare la loro cucina, che è decisamente notevole – anche se costa un pelo più degli altri (cifre, comunque, che in Italia apparirebbero ridicole: oggi, in due, 27 Euro, contro i 20 o 22 che spendiamo di solito in altri posti – si mangia bene dappertutto, ma qui hanno una marcia in più).
Non ricordo nemmeno più che cosa abbiamo fatto i giorni scorsi. Il punto è che se hai il motorino ti senti obbligato a sfruttarlo, e a inventarti mete per andare in giro. Oggi che non lo abbiamo più era come essere in vacanza dagli obblighi della vacanza. Qui è davvero tutto bello, mare e montagne, aria e cibo. C’è persino qualche rovina, e il bel museino di Pothià.
Ah, a Pothià l’altra sera siamo tornati alla uzeria della scorsa settimana, dove di nuovo facevano musica. Ed è stato magnifico e coinvolgente di nuovo. E poi ormai eravamo di famiglia: quando siamo andati via, verso mezzanotte (con 25 km di motorino davanti) ci hanno salutato tutti, a partire dai musicisti.
Le mie letture di questi giorni hanno fomentato ulteriori riflessioni teologiche, ma per stavolta ve le risparmio. Sarà per la prossima.
Se la pigrizia non ha il sopravvento, ovviamente!
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