Come e’ faticoso viaggiare in questo paese! Abbiamo lasciato ieri il grosso dei bagagli ad Almora e siamo partiti per stare via due notti, e vedere alcuni posti nel raggio di 75 km. Qui 75 km vogliono dire o 3 ore abbondanti di bus, oppure 2 e mezza di taxi collettivo. Si puo’ pensare che il taxi collettivo, che costa di piu’ ed e’ piu’ veloce, sia preferibile al bus; ma non e’ cosi’. Il taxi collettivo e’ una grossa jeep: tre posti davanti, tre in mezzo e quattro dietro di traverso. Totale apparente 10 persone. Oggi (e anche altre volte) eravamo in 17: immaginate come, e capirete perche’ sia comunque meglio il bus. Ma di bus ce n’e’ pochi qui, e non vanno dappertutto come le jeep.
Ieri siamo stati a Kausani, dove c’e’ un ashram dedicato a Gandhi, che vi risiedette qualche tempo negli anni Trenta per scrivere il suo commento alla Bagavadgita. Io il testo di Gandhi non l’ho letto, ma so che la Gita e’ un testo molto amato dagli Indiani, e che riguarda (anche) la decisione morale e politica. Tutto torna, direi.
C’e’ un piccolo museo sul Mahatma, una sua statua, e un’atmosfera molto intima. Si aggiunga che eravamo avvolti dalle nuvole (o dalla nebbia, se si preferisce), e il tutto assumeva un’aria anche un po’ misteriosa. Eravamo gia’ stati fermi tre ore perche’ si era messo a piovere a dirotto.
Stamattina, col sole, abbiamo preso il solito shared taxi e siamo andati nella vicina Baijnath, per vedere un complesso di templi del IX/X secolo, che mi aspettavo simile a quello di Jageswar. Purtroppo era molto piu’ piccolo, e meno emozionante. Bello, comunque; posto su un’ansa del fiume, una decina di edifici, e quasi nessuno intorno.
Mancato il bus per un pelo, di nuovo col taxi a Bageshwar. Li’ c’e’ un tempio ancora piu’ piccolo (seppur fascinoso pure lui). Non c’e’ piu’ niente da fare ed e’ ancora mezzogiorno. Allora studiamo la possibilita’ di fare un colpo di vita e fare un salto di due giorni a nord, tra le montagne grandi, che da qui non si riescono a vedere a causa delle nuvole del monsone. Ma l’ultimo bus diretto e’ gia’ partito, e non ci sono taxi che ci vadano.
Quindi, si torna a casa, ad Almora, in anticipo. Troviamo con facilita’ lo shared taxi, ma il viaggio sembra non finire mai, stretti come sardine in questa scatola di latta ballonzolante sulle incerte strade indiane, con buche e torrenti.
Almeno non fa caldo. Buonanotte.
ho contato le sardine in scatola: sono meno di 17 !
buon proseguimento.
hhdk commentato su Guardare e leggere:
ho contato le sardine in scatola: sono meno di 17 !
buon proseguimento.