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Diario d’India. Da Almora

Diciamo che le condizioni in cui si scrive questo diario non sono sempre delle piu’ favorevoli. Ora ci troviamo ad Almora (che e’ qui), a 2000 metri, in mezzo alle montagne himalayane (dopo – va detto – una giornata di viaggio in bus senza fine, ieri).

Il clima e’ piacevolissimo, dopo i grandi caldi dei giorni scorsi. Il paesaggio e’ alpino, con pini, boschi e aria pura. La differenza piu’ notevole e’ che qui il cespuglio infestante e’ la canapa indiana; si’, proprio quella, la cannabis indica, quella che si fuma. Ne ho visto piu’ oggi che in tutta la mia vita.

Pero’ sta li’, e non e’ che posso farci qualcosa direttamente. Quindi la guardo, e basta. Anzi, no, la annuso e assaggio. Ma non funziona.

Abbiamo visitato un piccolo tempio dove Vivekananda ha passato del tempo a meditare. E Vivekananda e’ stato un grande personaggio. Senza di lui probabilmente niente Gandhi…

Poi abbiamo camminato dal posto dove stiamo, in alto su un crinale, giu’ fino alla citta’, Almora, a 8km, piu’ in basso. All’inizio non sembrava nemmeno di essere in India, tanto tutto era pulito e perfetto. Poi, piano piano, l’India e’ arrivata, con tutti i suoi pregi e difetti.

Abbiamo fatto un po’ di shopping e poi abbiamo cercato di informarci su come tornare su in taxi. Ci hanno detto che ci sono dei taxi collettivi per 30 rupie, che si prendono li’, a 50 metri. Andiamo li’, ma taxi non se ne vedono. Aspettiamo, chiediamo. Ci dicono che non sono li’, ma piu’ avanti, 50 metri. Andiamo avanti anche di 100, pero’ niente. Chiediamo: si’ si’, avanti 50 metri. Insomma, di 50 metri in 50 metri avremo fatto quasi un km, pero’ alla fine il taxi c’era davvero.

Mi domando: cosa impedisce agli indiani di dire, che so?, “subito dopo la stazione di servizio”?

Qui l’architettura delle case e’ gia’ di tipo nepalese, e la gente e’ piccolina e porta i pesi sulla schiena con una cinghia sulla fronte. Non sembra di essere a Cortina, non solo perche’ manca la fighetteria, ma anche perche’ non siamo ancora in zona di rocce e cime. Qui e’ tutto verde di boschi e prati, anche se poi tutto e’ piuttosto ripido, e i torrenti sono fiumi.

Sono nell’albergo, una guest house di campagna con pochi ospiti occidentali. C’e’ una piccola festa perche’ il gestore compie gli anni. Sono arrivati altri ragazzi occidentali dalle guest house vicine. C’e’ un bel clima. Il fumo gira.

Domani, gita in un posto qui vicino, dove ci sono dei bei templi. Il taxi ci passa a prendere alle 8. Buona notte.

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4 comments to Diario d’India. Da Almora

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